Campo estivo per bambini a Miami
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Come vi avevo anticipato nell’articolo Mollo tutto per un po’ e vado a Miami con i bambini, Junior P. (non me la sento più di chiamarlo Baby) sta frequentando un campo estivo per bambini a Miami: vi avevo parlato dell’organizzazione ma ora, dopo 2 settimane di frequentazione, vi racconto meglio questa esperienza e vi fornisco i dettagli nel caso siate interessati a far vivere un’avventura simile ai vostri figli.
Come scritto, ho scelto di far frequentare a mio figlio una scuola “normale” per garantirgli un’esperienza più immersiva, perché avevo sentito parlare bene di questa scuola e non per ultimo per la posizione: io soggiorno, infatti, a Miami downtown e la scuola si trova proprio sotto l’edificio.
L’istituto Key Point Academy di Miami
L’istituto si chiama Key Point Christian Academy ed è situato nel cuore di Brickell. L’edificio è adiacente a una chiesa (First Presbyterian Church of Miami) ed è dotato (ça va sans dire) di più aree gioco. Accanto alla scuola si trova un parchetto verde popolato da scoiattoli e iguane dove è piacevole soffermarsi in uscita.
Nel periodo estivo la Key Point Academy organizza come tante altre scuole e istituti dei “summer camp”: attività estive per le varie fasce di età.
Il campo estivo: opzioni e costi
Il camp inizia alle 9/9.30 e finisce alle 15/15.30. Bisogna obbligatoriamente comprare la maglietta a tema “Summer camp” (NdR 15 dollari) e poi ci si veste secondo indicazioni (pantaloni/gonna beige, calzini bianchi e scarpe con lo stretch). Il pranzo è incluso, la merenda bisogna portarla da casa. Il corso viene 295$ a settimana.
Il summer camp si sviluppa tra giugno e luglio ed è suddiviso in 3 fasce: per i bambini della scuola dell’infanzia a partire dai 18 mesi, per i bambini delle elementari in modalità “explorers” e per i bambini delle elementari con opzione “scholars” che prevede attività all’interno dell’istituto come coding, robotica, animazione, 3D modeling e Game Design.
Noi abbiamo scelto l’opzione explorers che prevede che ogni giorno i bambini facciano delle attività esterne nella città di Miami. Nonostante la soluzione scholars sembrasse molto valida, ho preferito che mio figlio avesse la possibilità di svagarsi alla scoperta della città piuttosto che restare al chiuso all’interno dell’edificio.
Per le comunicazioni ci hanno fatto scaricare un’app (Remind) dove ci informano in tempo reale su tutti gli spostamenti e ci aggiornano sugli orari. Tramite l’app si può anche chattare in via privata con l’insegnante: un giorno mio figlio non si sentiva bene, l’insegnante mi ha scritto sull’app e mi hanno fatto mandare una nota vocale da lui. In alcuni casi mi ha anche mandato delle sue foto per rendermi partecipe del suo coinvolgimento.
A fine giornata caricano su Instagram e Facebook le foto della giornata (viene richiesta di firmare l’autorizzazione prima). In caso se ne voglia una specifica te la mandano via mail.
Per l’iscrizione, oltre ovviamente la carta di credito, chiedono copia dei documenti, alcuni dati personali, indicazione di eventuale assicurazione e due moduli medici americani che sostanzialmente indicano lo stato di buona salute e l’effettuazione di tutti i vaccini.
La nostra esperienza
La scelta si è rivelata decisamente felice: il programma, infatti, prevede attività diverse ogni giorno che spaziano dai water park alle piscine, dai jumping park ai gonfiabili, da parchi naturali a corsi di cucina, dal cinema fino al mare. Non trovate sia una programma meraviglioso? Credo che se anche mi fossi impegnata non sarei riuscita a far fare tutte queste attività a mio figlio in 3 settimane.
Junior P. è stato in diversi jumping park con tappeti elastici, pareti da scalare e gonfiabili, si è divertito in vari water park (Castaway Island, Key Biscayne splash) e piscine professionali (Miami Springs Pool e West Perrine Pool), ha passeggiato in alcuni parchi come il Pinecrest garden e ha persino giocato per la prima volta al bowling. E’ stato al cinema a vedere il film del Re Leone mangiando pop corn in pieno stile americano e ha partecipato a un corso di cucina preparando Arepa, un tipico piatto colombiano molto diffuso a Miami.
A disposizione dei bambini ci sono tanti insegnanti: Junior P. è stato preso sotto l’ala di un’insegnante dolcissima che ha addirittura scaricato un app di traduzione inglese – italiano per parlare con lui. Lei è stata la “chiave” per far sentire a suo agio mio figlio e questo dettaglio risponde, in parte, alla fatidica domanda “com’è andata l’esperienza considerando che tuo figlio non parla inglese?”
Tra spagnolo, gesti, qualche parolina di inglese e appunto l’app di traduzione (ribatezzata da mio figlio “la voce”), Junior P. è riuscito a barcamenarsi egregiamente in questa avventura: ha imparato qualche parola di inglese (poche), è andato alla scoperta di Miami, si è divertito tantissimo e alla fine è riuscito anche a farsi un amico (che aveva frequentato a sua volta un corso d’italiano) ma soprattutto è cresciuto tanto perché in questo summer camp ha dovuto arrangiarsi e rendersi autonomo. Il fatto che uscisse sempre con il sorriso e che ogni giorno fosse impaziente di scoprire cosa avrebbe fatto il giorno seguente è stato per me il miglior modo di essere ripagata.
Credo sia stata una delle esperienze più belle, costruttive e valide per un piccolo viaggiatore come mio figlio e raccomanderei questo campo estivo a tutti i bambini e le famiglie che ne abbiano l’occasione.
Che bella la vostra esperienza a Miami, chissà quante cose ha imparato tuo figli in quelle tre settimane e quanti bei ricordi si è portato a casa!