Considerazioni post viaggio di “mamma sola” a Parigi
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Dopo avervi travolto con i miei dubbi, le mie ansie e le mie paure sul partire per Parigi da “mamma sola” o con mio figlio, eccomi qui pronta per snocciolarvi le mie considerazioni post viaggio….eh si’, perchè alla fine a Parigi sono andata, ma senza Baby P.
Vi avevo parlato nel mio precendete post (che trovate qui!) del mio amore per Parigi e del viaggio organizzato in cui ero stata coinvolta: dopo una serie di valutazioni (tra cui, non ultima, quella di non poter “abbandonare” la mia compagna di viaggio che avrebbe diviso la camera con me!) ho infatti deciso di partire.
Le premesse del viaggio non sono state delle migliori: una volta salita sull’aereo, sono stata gentilmente invitata a “sostare” accanto alla porta anteriore dell’aereo (mentre gli altri si accomodavano ai loro posti) perchè sembrava che ci fosse un errore nel codice di assegnazione del mio biglietto: nell’esatto momento in cui mi hanno detto che forse c’era un inconveniente sono stata seriamente tentata di rispondere tutto d’un fiato “non si preoccupi torno a casa, non voglio creare problemi”.
Purtroppo però, nell’arco di pochi minuti, il problema è rientrato e lo stuart con un rassicurante sorriso mi ha informato che potevo finalmente prendere posto.
Proprio quando stavo pensando che forse era un segno del destino, ho scoperto che i miei vicini di posto erano niente di meno che una mamma con suo figlio di 8 anni. Il bambino mi ha chiesto il nome, si è presentato e mi ha detto testualmente ”Benvenuta Lucrezia, faremo questo volo in 3”. Per qualche istante ho creduto che avesse aggiunto anche “avremmo potuto essere in quattro ma tu sei un’egoista”. Ma credo di aver travisato.
Mentre la madre mi spiegava che si trattava del loro primo volo e mi raccontava di come aveva deciso di portarlo a Parigi, sentivo il mio cuore dilaniarsi e un senso di colpa imponente si faceva strada verso di me. Poi però mi è tornato alla mente che Baby P. già aveva preso 3 aerei a solo 1 anno e ho deciso di non farmi travolgere dagli eventi.
I miei 3 giorni a Parigi sono andavi avanti così: tra sensi di colpa e voglia di riassaporare la mia indipendenza, tra il desiderio di ritornare a casa e sensazione di ingratitudine nei confronti di una città che mi accoglieva a braccia aperte con un sole caldo e avvolgente.
Negli occhi delle mamme che incontravo leggevo una punta di rimprovero e mi voltavo subito a guardare le vetrine dei negozi alla disperata ricerca della stato d’animo di chi non è debitore nei confronti di nessuno e risponde solo a se stesso.
Ho creduto di essere in grado di poter lasciare tutto alle mie spalle ma la verità è che non riuscivo ad apprezzare o a godere appieno di quello che la Ville Lumière mi offriva senza pensare che avrei voluto condividere le mie sensazioni e i miei umori con mio figlio.
Avevo paura di questo nuovo stato d’animo in cui senza il mio Baby P. mi sentivo persa e incompleta ma non potevo fare altro che acquisirne consapevolezza e capire come la vita fosse cambiata in maniera risoluta. Accettavo completamente questo amore totalizzante e assoluto senza fare resistenza e già assaporavo il momento esatto in cui sarei tornata a casa dimenticandomi che stavo guardando i tetti di Parigi.
Rifarei la stessa scelta? Non lo so. La verità è che nel decidere di partire da sola (senza infante!) forse c’è una punta di egoismo…mi resta da capire se questo egoismo è sano o nel dire che “poi si torna più sereni” si costruisce solo un alibi per poter non affrontare la verità: ora sei mamma e la tua vita è legata irrimediabilmente a lui (tuo figlio!).
Aggiornamento del 25 Giugno:
Ecco questa era la mia conclusione del post che ho scritto in aereo di ritorno da Parigi. Stare 3 giorni senza il mio nanetto mi aveva reso particolarmente suscettibile e, come avrete notato, il mio post era velato da un velo piuttosto “spesso” di malinconia.
Poi sono arrivata a casa e il mio adorato Baby P. mi ha regalato il miglior abbraccio della mia vita : un abbraccio stretto, intimo e intenso. Nel rivederlo io mi sono sentita più serena ed anche nei giorni successivi mi sono accorta che avevo ritrovato uno stato di benessere che avevo dimenticato.
Allora rifatemi di nuovo la domanda: Rifarei la stessa scelta? direi di sì!
… mentre leggevo mi dicevo: “oh no, le è andata male. Non farò mai un viaggio da sola!”. Ma poi le ultime righe, e un sospiro di sollievo. Il prossimo lo farai con una consapevolezza maggiore, più matura. E sarà ancora più bello!
Eh eh ti è piaciuto l’effetto “surprise” finale?? 😉 scherzi a parte è andata proprio così senso di colpa massimo sull’aereo (come mi avevi scritto tu!) e solo dopo essere arrivata presa di coscienza del bene che mi aveva fatto!!!
Come sono contenta! Ti ho pensato tanto nel weekend, perché capivo i tuoi dubbi, perché amo molto Parigi e perché – molto più in piccolo – mi sono separata da Balù più a lungo del solito: venerdì lui è stato dai nonni a Brescia mentre io ero a Milano e l’ho raggiunto sabato.
Così ti seguivo con il pensiero, chiedendomi se sarei riuscita a stare lontana da mio figlio per un weekend intero: ora che ti ho letta, che ho visto che Balù è sereno anche dopo un giorno e mezzo lontano da me e che io, timidamente, sono felice di riprendermi i miei spazi, penso che sia arrivato il momento di partire per qualche giorno in più. Insomma, grazie per avermi fatto da apripista!
Sono felice se ti sono stata utile anche solo un pochino! 🙂 Devo dirti che la solidarieta’ che c’e’ stata su twitter da parte di voi mamme mi ha aiutato molto. Mi rendevo conto che tutte vivevate questo momento con me ed eravate combattute. Io, come ho scritto e come prevedibile, ho avuto le mie remore e qualche momento di indecisione e sconforto ma poi ho tirato le somme e nonostante questi aspetti la conclusione e’ stata positiva; il viaggio mi ha fatto bene e come tu stessa hai scritto mi ha aiutato a riprendermi i miei spazi. Baby P. e’ stato bene e questo e’ l’importante. A questo punto quello che mi sento di dirti e’: vai riprenditi i tuoi spazi e goditi qualche piccola parentesi di autonomia…ne guadagnerai in serenita’!
Sei stata eccezionale, essere mamma nn vuol dire annullarsi come donna. Anzi è anche insegnare ad amare le proprie passioni. E poi cio che conta è la qualità del tempo nn la quantità che si dedica a chi si ama.
Hai perfettamente ragione Giovanna… ma a volte l’amore totalizzante per i figli te lo fa dimenticare anche se non si dovrebbe. E’ davvero importante insegnare ad amare le proprie passioni e spero di riuscire a farlo con mio figlio!
I sensi di colpa fanno parte della mia giornata quotidiana di mamma, quando mi lamento per la mancanza di sonno, quando urla e sbraita quando ho appena aperto il mio adorato libro da leggere, quando penso che benché ci fossero problemi di salute non mi sono poi dispiaciuta tanto di aver smesso di allattare il mio Signor F. Dopo appena un mese..quando vado un udienza e sono felice… Eppure ogni (seppur rara) volta che riesco a ritagliare degli spazi per me, brevi piccolissimi effimeri o più lunghi, e torno dal mio cucciolo, mi sento una mamma migliore, più allegra, più paziente, più ottimista e sorridente anche di fronte al l’ennesimo devastante
rigurgito che travolge anche l’ultima tutina pulita e profumata, appena messa, e che va ad aggiungersi alle altre (tanteeee) sporcate nelle ultime tre poppate! Perciò, cara Lucrezia, hai fatto benissimo a dedicarti qualche ora nella tua Parigi e baby P. Avrà sicuramente beneficiato di questo tuo bellissimo svago!
Grazie Serena, che bel messaggio! Mi hai fatto ridere e ho immaginato perfettamente la scena del Signor F. che rigurgita e tu che sorridi (rassegnata!)comunque non ti preoccupare vedrai che i sensi di colpa non ti lasceranno piu”….hi hi hi scherzo! Grazie ancora per il commento
Sono contenta che tu sia andata da sola! Sì, perchè anche se pensavi continuamente al tuo bimbo (è assolutamente normale!!! sarebbe strano il contrario), è stato giusto prendersi una pausa, e la gioia del tuo piccino nel riabbracciarti ti ha regalato una stupenda nuova emozione.
Pensa che il mio, dopo due giorni a Monaco in cui non vedevo l’ora di tornare da lui, quando mi ha vista, ha detto: “nooooooo” per tornare a giocare con la nonna che lo vizia come non so che cosa…ma ti pare?!?!?!?!
hi hi hi tuo figlio che dice “No” e’ fantastico. Io mi ero allontanata gia’ per lavoro e mi era capitato a volte che al mio ritorno lui facesse un po’ il risentito (ignorandomi per qualche minuto) ma questa volta il suo sorriso e il suo abbraccio mi hanno travolto e ne sono stata felicissima! Grazie per la solidarieta’ virtuale 😉
Parigi… Ce l’ho nel cuore, è sempre bello guardarla, anche attraverso gli occhi di qualcun’altro. Io ho un bimbo di 10 mesi, mi sto chiedendo se andare via per un we senza di lui, se è giusto, se è egoismo… Tutte domanda da mamma 😉
dal tuo blog mi sembra di aver intuito che ci hai vissuto a Parigi, possibile? che invidia! io ci sono stata tantissime volte fino al massimo di 1 mese…tornarci senza mio figlio e’ stato strano ma anche bello! comunque hai ragione domande da mamma lecite ma secondo me, se devo darti un consiglio spassionato, ti direi di andare: all’inizio sembra duro ma poi ti rendi conto che ti ha fatto bene! Magari vai a parigi 😉
Sì ci ho vissuto 2 anni! E per il we… credo proprio che lo faremo, soli soletti!
uuuhhhh che bello 2 anni, che invidia…vai, partite!