Lo conoscete il Pain d’épices? e se vi dico Pan di zenzero o Gingy di Shrek?

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Se vi dico Pain d’épices vi viene in mente qualcosa? E se vi dicessi che la fiabesca casa di Hansel e Gretel non era di marzapane (versione italiana) ma in pain d’épices? E se aggiungessi pure che nel mondo, in particolare a Disneyland Paris, sono state realizzate diverse casette di pain d’épices? E se concludessi informandomi che il Gingerbread man (la versione inglese del Pain d’epices) compare nel cartone di Shrek?
Noto in Italia come Pan di Spezie, il Pain d’épices è una specialità francese, o meglio alsaziana: un dolce, principalmente natalizio, a base di farina, miele e spezie.
Io l’ho scoperto per la prima volta quest’anno perché sembra essere uno dei pochi dolci che “garbano” a Baby P. per colazione e, fino a prima del mio ultimo viaggio di capodanno in Alsazia, a casa mia veniva chiamato erroneamente “Pane belga” (credo di aver letto che quello che compro io viene prodotto in Belgio, o almeno questa è la ricostruzione che mi sono data per giustificare la mia “beata ignoranza”!).
Come alcuni di voi sanno, per capodanno ho fatto uno splendido giro dell’Alsazia, partendo da Eguisheim, passando da Colmar fino a Strasburgo: il pain d’épices era il comun denominatore, si incontravano negozietti dedicati, bancarelle che lo esponevano e invitavano gentilmente ad assaggiarlo e il Mannele, ovvero il biscotto di pain d’épices era un’icona ricorrente in ogni dove.
Ho assaggiato il pain d’épices ai fichi, alle mandorle, alle fragole e all’arancia; siamo, inoltre, andati a Gertwiller, luogo di origine europeo della specialità, dove si trova il Palais du Pain d’épices.
Il Palais du Pain d’épices e le sue origini storiche
Il Palazzo di Pane di spezie, aperto nel 2009, è un vero e proprio museo dedicato interamente al dolce: lungo il piacevole percorso di visita vengono illustrate le origini storiche, si argomenta la diffusione del dolce, si narrano le leggende legate alla specialità ed alla fine è anche possibile decorare un vero e proprio “Mannele” di pain d’épices. Accanto al palazzo sorge un’antica fattoria in cui si cuocevano le storiche versioni del dolce (la più nota è la fabbrica Lips).
L’origine del dolce è considerata la Cina del decimo secolo, con successiva importazione nel vecchio continente. Il Mi-Kong, letteralmente “pane di miele”, è una specialità comunque presente in tutto l’estremo oriente. L’origine cinese è confermata anche dalla “perduranza” in essa di certi ingredienti storici locali come le “5 spezie cinesi”: ovvero, in piena combinazione, la miscela di anice stellato, la cannella, il pepe nero, i semi di finocchio e i chiodi di garofano. Furono più recenti le variazioni integrative basate sullo zenzero, sulla vaniglia Bourbon e sulla buccia d’arancia.
Nel XIII secolo, il dolce compare tra le razioni alimentari dei cavalieri di Gengis Khan. Giunse in Europa si dice in prevalenza, grazie a San Gregorio, vescovo di Armenia, che si rifugiò in Francia lasciata la madre patria, e che ne determinò una prima popolarità vasta in ambienti monastici. Non mancano, tuttavia, attestazioni che collegano la sua presenza ai ritorni dei Crociati, soprattutto quelli olandesi, o ai belgi o infine agli ungheresi.
Nei primordi della sua presenza europea fu considerato un alimento benefico e antidolorifico, immunostimolante e antinfiammatorio.
Palais du Pain d’épices – la guida del museo: il Mannele
Guida del percorso ludico e interattivo del Palazzo di Pain d’épices, in cui i 5 sensi vengono risvegliati, è il “Mannele”: eroe di un racconto anglosassone molto popolare (“The Gingerbread Man”), ha fatto la sua comparsa anche nel cartone di Shrek; questo piccolo “buon uomo” è ugualmente noto in Alsazia in quanto legato alla celebrazione di San Nicola e si dice venga dato in dono solo ai bimbi buoni.
Come anticipato alla fine del percorso è anche possibile, pagando un prezzo extra, decorare un tipico “Mannele”: Baby P. si è cimentato nella creazione di un dignitosissimo Gingerbread Man, dal canto suo Sir G., alla regia, ha diretto i lavori in maniera molto professionale.
Le varietà di pain d’épices che abbiamo assaporato durante il viaggio sono state tantissime e scoprire questa prelibatezza (insieme alle sue lontane origini) è stato per me molto interessante: un dolce buono, sano e decisamente tipico.
Pain d’épices – la ricetta
Ho scoperto che sulla rete esistono tantissime ricette ma, per completezza di informazioni, vi riporto quella che credo essere più fedele alla ricetta originaria da me assaggiata.
La ricetta si trova sul sito Cavoletto di Bruxelles
Questi gli ingredienti:
farina 300 g
- farina integrale 200g
- miele liquido 500g
- latte 25cl
- lievito per dolci 1 cucchiaino
- quattro spezie (cannella, zenzero, moscato, garofano) 2 cucchiai
- semi di finocchio 1 cucchiaino
- acqua di fiori d’arancio 2 cucchiai
- sale mezzo cucchiaino
- granella di zucchero 2 cucchiai
Per la procedura vi rimando direttamente al sito indicato.
Pain d’épices – Ascoltatemi in radio!
Spero che questo articolo vi abbia incuriosito e se volete saperne di più potete ascoltarmi alla radio il 25 Gennaio: avete capito bene ho detto proprio Radio! Il 25 Gennaio, infatti, in quanto associata dell’Associazione Italiana Travel Blogger, avrò la possibilità di partecipare alla trasmissione radiofonica Foodie in Town di Massimiliano Bianconcini su Radio Godot, una giovane web radio della Capitale.
Foodie in town parla proprio di enogastronomia e va in onda il lunedì dalle 15 alle 18: AITB sarà, a partire da oggi, in onda nella fascia finale 17.30 -18 per parlare di cibo e ovviamente di viaggi, io vi parlerò per l’appunto di pain d’èpices e del mio viaggio in Alsazia lunedì 25 Gennaio alle 17.30.
Pain d’épices – Info utili
Il Palais du Pain d’èpices si trova a Gertwiller, in Alsazia: è aperto dalle 9 alle 18 , tutti i giorni da metà febbraio ai primi di gennaio.
L’entrata è gratuita per i bambini fino a 5 anni: il biglietto viene 2€ per i bimbi dai 6 ai 13 anni, 3€ per gli adulti.
Trovate tutte le informazioni nel sito ufficiale
che bontà!
http://emiliasalentoeffettomoda.com/laboratori-di-cucina-per-bambini/
grazie
Mari