Il Salisburghese con gli occhi di un bambino
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Scopriamo il Salisburghese da un punto di vista diverso, quello del mio bambino. Ecco il suo racconto:
Miei cari “piccoli” lettori dovete sapere che durante la mia ultima estate, alla veneranda età di 14 mesi, i miei genitori, dopo avermi fatto trascorrere un mese pieno al mare (in cui me la sono dovuta vedere con un “mostro” che in alcuni giorni voleva inghiottirmi con le sue onde) hanno pensato bene di portarmi anche in montagna con la scusa che “dopo l’aria di mare anche l’aria di montagna mi avrebbe fatto bene”.
L’esperienza non si è rivelata male, anche se ho dovuto affrontare qualche nemico, ma tranquilli ne sono uscito vittorioso!
Abbiamo raggiunto la meta finale con la macchina, fermandoci a dormire in una cittadina graziosa a metà percorso (Padova ndr): spesso durante il tragitto, mia madre si girava verso di me e mi diceva “andiamo nel Salisburghese in Austria: il tuo primo paese fuori l’Italia, non sei emozionato?”. Io le sorridevo per non deluderla ma non capivo questo entusiasmo.
Quando siamo finalmente arrivati a destinazione, una cittadina con un buffo nome (Flachau), i miei genitori devono aver avuto qualche difficoltà perché continuavano a girare con la macchina e a ritrovarsi al punto di partenza inveendo contro quel buffo coso che usano sempre (smartphone).
La fatica però è stata ripagata perché la “nuova casa” dove siamo arrivati era stupenda: un prato enorme verde, giochi all’aperto, animali di tutti i tipi (conigli, cavalli, papere, pesci ecc.), tappeti elastici, parco giochi al coperto e per noi un appartamento molto grande e comodo.
I miei genitori pure erano entusiasti ma per cose diverse: la mamma continuava a dire “che aria pura e poi menomale nell’appartamento c’è l’angolo cottura”, il mio papà invece “ottimo, ci sono le biciclette e la connessione Internet funziona benissimo”. Che strane considerazioni.
Il giorno successivo mi hanno spiegato che saremmo andati a fare un’escursione, l’hanno chiamata proprio così. Poi hanno tirato fuori uno zaino nuovo e mi ci hanno adagiato: era strano ma, tutto sommato, comodo. Sulle spalle di papà ho quindi visto un panorama bellissimo: fino a quel momento della mia “lunga vita” non mi era mai capitato.
C’erano distese verdi, tanti alberi, sentieri e animali nuovi. Siamo finiti in una baita stupenda (Sattelbauer) dove c’era un lupo feroce (i.e. un husky), degli esseri curiosi bianchi di cui non capivo se fidarmi o meno (i.e. pecore) e un mostro enorme che ho sedato coraggiosamente (i.e. cavallo). Miei piccoli amici non temete mi sono fatto rispettare.
Nei giorni di pioggia mio padre preferiva evitare la montagna e proponeva sempre gite alternative, lui le definiva “urbane”.
Così un giorno siamo finiti una piccola cittadina molto carina (Hallein), ho scoperto l’esistenza di una bevanda buonissima (cioccolata calda) e abbiamo visitato un museo particolare: mia madre mi ha spiegato che si trattava della casa di Franz Xaver Gruber, compositore noto per “Stille Nacht” (Astro del Ciel) e poi si è messa a cantare questa canzoncina. Mio padre era perplesso.
Un’altra volta abbiamo visitato il cuore di Flachau e siamo andati in bicicletta: io ero seduto in un seggiolino di fronte mio padre e guardavo il mondo sorridente. Mia madre arrancava un po’. Al ritorno non ha voluto riprendere la bicicletta e mio padre è dovuto tornare a prenderla con la macchina. Mi sa che la mia mamma non è un tipo propriamente sportivo, ma io la amo così com’è, e anche mio padre (che in macchina si faceva un sacco di risate mentre lei ripeteva “che fatica”).
La gita più bella in assoluto è stata quella alle cascate dal nome complicato (Liechtenstein) a Saint Johann: seduto comodamente nel mio zainetto sulle spalle forti del mio papà, abbiamo attraversato una serie di ponticelli, tunnel e passerelle di legno e abbiamo osservato senza proferire parola uno spettacolo strepitoso. Quello delle cascate.
Mia madre mi ha raccontato che queste cascate prendono il nome dal principe che con il suo denaro permise di renderle praticabili. Io però preferisco l’altra storia che mi ha raccontato mio padre: secondo una leggenda, infatti, le gole sono il frutto della collera del demonio, il quale sentendosi tradito, fece sprofondare le acque sempre più in basso in modo che non fossero utili per nessuno. Più avvincente non trovate?
Durante la nostra vacanza “montanara” siamo stati anche a Salisburgo, dove è nato Mozart: ma di questo mia madre ve ne ha parlato abbondantemente. Lo trovate QUI (mamma metti il link per favore??)
Ho provato così tante emozioni forti che gli ultimi 2 giorni mi è venuta la febbre: i miei erano un po’ insofferenti però poi mi stringevano forte e mi dicevano che l’importante era stare insieme e che quello era il vero lusso.
Io pensavo solo che quello fosse il vero amore.
Note per i genitori:
La nuova casa bellissima di cui parla Baby P. è il Sonnberg Hotel: dateci un’occhiata QUI!
Che meraviglia la storia scritta con gli occhi di tuo figlio!
Grazieee! Un modo di vedere il viaggio in maniera diversa 😉 Non vedo l’ora poi che possa davvero raccontarlo con la sua voce 😀
Sei adorabile piccolo viaggiatore supermeraviglioso <3
Il tuo racconto è bellissimo, dì a mamma che sei più bravo di lei 🙂
hihihi dici che devo gia’ passare il testimone a mio figlio? io pensavo di aspettare che sapesse almeno esprimere pensieri di senso compiuto 😉 comunque davvero aspetto con impazienza il momento in cui scrivera’ davvero lui!
ma che bello questo post <3 tenerissimo!!
La prima foto poi é stupenda!!
Io non sono amante della montagna ma a vedere certe foto ti viene proprio voglia di andare!
be’ certo tra mare e montagna mi sa che anche io opto per il mare pero’ negli ultimi anni ho imparato ad apprezzare anche la montagna, diciamo che ha il suo perche’ 😉 Grazie per il tenerissimo, you are so sweeeeet! 😀
Bellissimo questo articolo ! Alcune volte i bambini sono molto meglio dei grandi, in molti aspetti della vita
Bello ogni tanto leggere commenti a post più vecchi: ho scritto questo post con il cuore, immaginando davvero mio figlio parlare e cercando di capire cosa gli passasse per la testa 🙂