Tempelhof: la storia di un parco che voleva essere un aeroporto
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L’aeroporto esercita sui viaggiatori un grande fascino, è noto: sarà per la dimensione sospesa, per la sensazione di “lost in translation”, per l’impressione che ogni meta sia a portata di mano, la percezione che in un istante si possa, almeno per un po’, abbandonare la quotidianità e si possa partire per una destinazione esotica annunciata dalla voce suadente di qualche solerte hostess.
La vita spesso è caratterizzata dalla consapevolezza della certezza degli eventi che si ripetono, dalla monotonia di ciò che caratterizza la quotidianità rassicurante ma a volte noiosa: in aeroporto invece smette di esserci questa sicurezza, si prova il brivido dell’incertezza, la voglia repressa di avventura, si assapora il piacere del viaggio, si pregusta la gioia di evadere, caricandosi di aspettative in una dimensione sospesa.
Le piste sono affollate dagli aerei che trasportano passeggeri, il più delle volte entusiasti, da aerei che fanno scappare, da aerei che fanno realizzare sogni e fanno volare… E poter passeggiare in questo spazio sospeso, dove tutto può ancora succedere, finisce per essere forse il momento migliore, il sabato del villaggio.
Che cosa succede quindi se una pista aerea diventa un parco pubblico? Succede che diventa un’attrazione unica, un luogo da visitare che ricrea quella dimensione magica e succede che diventa uno dei posti più speciali dove una viaggiatrice incallita come me non vede l’ora di portare suo figlio.
Tempelhof: il parco pubblico che nasce come aeroporto
Utopia? Assolutamente no, parlo di Tempelhof, l’ex aeroporto berlinese riconvertito in parco per le famiglie tedesche.
Il Tempelhof Feld si trova nella zona sud-ovest di Berlino tra i quartieri di Neukölln e Schöneberg; si estende per quasi 400 ettari e, dal 2010, è il parco pubblico più vasto di Berlino…pensate, infatti, che è persino più vasto di Central Park a New York!
Tempelhof: la nascita della madre di tutti gli aeroporti
Il Tempelhof è stato uno dei primi aeroporti costruiti in Europa e, per questo motivo, definito dal noto architetto Norman Foster “la madre di tutti gli aeroporti”: la sua storia risale, infatti, agli anni ‘20. Lo storico aeroporto è stato aperto nel 1923 e deve il suo nome ai cavalieri Templari che nel XIII secolo vi si accamparono.
È stato però solo nel 1933 che Hitler ordinò all’architetto Ernst Sagebiel di sostituire il vecchio terminal con uno nuovo più grande per renderlo in questo modo un aeroporto internazionale e trasformare Berlino nella “capitale del mondo”. Dopo la caduta del nazismo, il Tempelhof, conquistato dai sovietici, ha collegato Berlino Ovest con il resto del mondo permettendo alla città di ricevere i rifornimenti di beni di prima necessità: nel 1948-49 ebbe, infatti, un ruolo chiave e qui atterrarono i voli del ponte aereo con gli Stati Uniti e gli altri stati europei.
L’aeroporto ha continuato ad essere in funzione anche dopo la riunificazione della Germania e la caduta del muro di Berlino ma i voli erano sempre più radi e meno frequentati. Nel 2008 i berlinesi sono stati quindi chiamati al voto per esprimere il loro parere sulle sorti del Tempelhof in un referendum: il 60% dei voti erano a favore del suo mantenimento ma l’affluenza alle urne non fu sufficiente a raggiungere il quorum e l’aeroporto fu ufficialmente dismesso.
Il Tempelhof oggi
Nel 2010 il Tempelhof è stato riqualificato come parco pubblico e, ad oggi, secondo alcune stime, circa 50.000 persone visitano il parco ogni weekend. In un’area di 386 ettari ci sono percorsi per andare in bicicletta o con i rollerblade, spazi per fare jogging, aree per barbecue, una zona pic-nic e persino un prato per far scorrazzare i cani. Ho addirittura letto che in inverno alcune persone ci hanno sciato!
Il terminal viene utilizzato per fiere internazionali come il Bread & Butter o la Berlin Fashion Week. I tre ingressi (Columbiadamm, Tempelhofer Damm e Oderstraße) sono aperti dall’alba al tramonto.
La principale peculiarità di questo parco, che lo rende unico nel suo genere, credo sia il fatto che le vecchie piste di decollo e atterraggio sono state mantenute intatte.
Tempelhof: che ne sarà?
Purtroppo però il futuro del Tempelhof è incerto e sembra che il suo destino non sia quello di restare necessariamente un parco: si vocifera, infatti, ci sia un progetto di costruzione di appartamenti.
Noi abbiamo avuto la fortuna di visitare il parco una domenica di giugno atteggiandoci a berlinesi doc (vi ho parlato del nostro weekend nel post Berlino con mio figlio) : insieme al popolo tedesco ci siamo quindi riversati su questo parco con Baby P. Abbiamo passeggiato, ci siamo rilassati e abbiamo anche consumato un succulento pranzo contenuto nel cestino da picnic del chiosco di Lena: all’ingresso di Oderstraße si trova, infatti, un caratteristico chiosco dove si possono selezionare gli ingredienti del proprio cestino; si tratta di prodotti biologici selezionati a base di patate della baviera, birre al limone e pretzel.
A questo punto, miei amici viaggiatori, non vi resta che andare al più presto a visitare questo singolare parco che vi farà respirare l’aria magica e immobile dell’aeroporto, prima che il suo stato non venga modificato e qualche berlinese non possa raccontare di vivere letteralmente in un aeroporto!
Io adoro Tempelhof. Adoro il fatto che abbia trovato una nuova vita.
anche io lo adoro e hai proprio ragione, il fatto che abbia trovato una sua nuova peculiare vita è meraviglioso!